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- Scritto da Monica
- Categoria: Notizie Flash
- Pubblicato: 02 Aprile 2014
Fino a qualche anno fa, in merito al dibattito sulla possibilità di introdurre tablet ed altri supporti digitali nelle scuole, la società era profondamente spaccata: da un lato i puristi della cultura, coloro che sostenevano che per imparare non si può prescindere dalle vecchie consuetudini e dallo studio tradizionale, dall'altro gli innovatori, quelli che vedevano nei tablet, nei pc e negli altri supporti la possibilità di imprimere alla scuola quella svolta rivoluzionaria che, ormai, si attende da secoli.
Come sempre, la verità sta nel mezzo, nel senso che era ormai tempo che la scuola italiana si aggiornasse, mettendosi al pari di altri stati europei industrializzati e all'avanguardia, introducendo nei programmi scolastici lo studio approfondito di materie, come l'informatica e le lingue, che per troppi anni hanno penalizzato gli studenti italiani, seppur eccellenti sotto tanti altri punti di vista, rispetto ai colleghi europei.
Ovviamente quando parliamo di introduzione di tablet nelle scuole ci riferiamo alla scuola dell'obbligo e alle superiori, per quanto riguarda il mondo universitario già da qualche anno il vantaggio derivante dal poter avere in unico (e leggero) dispositivo manuali, libri e appunti non era di certo passato inosservato. Acquistare un tablet magari in offerta su un sito come questo (perché diciamocelo gli universitari spesso non hanno molti soldi da spendere) è diventata per molti studenti una tappa obbligata, il modo migliore di investire i soldi guadagnati con lavoretti occasionali o con i soldi ricevuti per i buon voti riportati agli esami.
Ma, finalmente, sembra che questo spirito di innovazione stia abbracciando tutto il sistema educativo ed è così che a Bardonecchia, in provincia di Torino, una scuola superiore ha varato una politica total-tablet, dicendo addio a libri e quaderni in favore di tablet sui quali si studia e si prendono appunti.
La migrazione verso questo nuovo sistema è stata graduale: è iniziata nel 2006 con l'installazione di un collegamento a banda larga; nel 2011 l'uso del tablet è stato concesso in alcune classi sperimentali e, vista la buona riuscita dell'iniziativa, nel 2014 è stato ampliato a tutti gli studenti della scuola.
Tuttavia, siamo ancora lontani dallla diffusione di una cultura digitalizzata, poiché ancora oggi, in diverse scuole, i genitori hanno opposto un netto rifiuto all'introduzione dei tablet nella scuola, anche se questi si sarebbero sostituiti ai libri solo per poche ore a settimana. Ed è proprio quello che è accaduto in una scuola di Roma, dove i genitori, preoccupati per il fatto che le innovazioni digitali avrebbero potuto danneggiare l'istruzione dei figli, si sono opposti alla proposta avanzata dalla preside.
Progresso sì, ma a piccole dosi.
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